Una speciale finitura con pietre naturali e con l'uso dello scalpellino, un pratica tutta da riscoprire per abbellire i propri vialetti

bocciardatura

Da sempre le superfici dei materiali impiegati come rivestimenti rispondono a ben determinate necessità estetiche, per cui nel momento in cui si decide di impiegare per la propria pavimentazione un determinato tipo di materiale non si è compiuto che metà dell’opera, in quanto anche la finitura superficiale, a maggior ragione quando si parla di pietre naturali, è fondamentale ed optare per l’una, piuttosto che per l’altra, può modificare radicalmente l’aspetto finale dell’opera. Oggi più che mai, proprio attraverso l’impiego “studiato” di diverse finiture superficiali si persegue la ricerca di nuovi effetti estetici ed il raggiungimento di qualità sensoriali, visive e tattili ottimali.

Quando si parla di bocciardatura ci si riferisce ad un particolare tipo di lavorazione superficiale, utilizzata sugli elementi lapidei a vista, che conferisce alle lastre di pietra grezza una zigrinatura di vario grado, donando loro il tipico aspetto “a buccia d’arancia”. In realtà anche sul cemento armato faccia a vista è possibile realizzare un tipo di "bocciardatura" simile a quella della pietra, che solitamente viene eseguita per mezzo di appositi rulli e serve a rendere le superfici pavimentate in calcestruzzo antiscivolo o ad abbassarne il livello (in questo caso si tratta di un impiego fatto prevalentemente per esigenze pratiche).

L’etimologia della parola deriva dalla denominazione dello strumento manuale che in origine veniva utilizzato per realizzare questo tipo di finitura, detto appunto bocciarda. Si tratta di un martello speciale, tutt’oggi in commercio, la cui testa è realizzata in acciaio temperato e presenta piccole punte piramidali o coniche, più o meno fitte e più o meno grandi a seconda dell’effetto ricercato. Lo scalpellino percuotendo ripetutamente con la bocciarda le superfici lapidee da lavorare, che ovviamente dovevano avere sempre un certo spessore, otteneva una finitura irregolare, dall’aspetto volutamente grezzo e naturale. L’uso di questo utensile e la realizzazione di superfici bocciardate sono antichissimi: esistono documenti che ne attestano l’esistenza fin dal medioevo, quando ad esempio durante la costruzione delle grandi cattedrali romaniche gli scalpellini lavoravano in questo modo le superfici di tutti i blocchi di pietra che rimanevano a vista sui prospetti degli edifici.

Oggi la bocciardatura manuale è praticamente scomparsa perché estremamente difficoltosa e molto costosa, soprattutto a causa dei lunghissimi tempi di lavorazione necessari, per cui questo tipo di finitura viene ottenuta quasi esclusivamente attraverso l’impiego di appositi mezzi meccanici. Si tratta di particolari martelli pneumatici dotati di piastre diamantate, che rendono le operazioni veloci e poco costose. Esistono poi anche delle varianti alle classiche macchine “rotobocciardatrici” che consentono vari tipi di lavorazione diverse, come ad esempio la “rigatura”.

La bocciardatura può essere praticata sulle lastre di pietra per rispondere ad un’esigenza puramente estetica, ma solitamente, soprattutto quando si tratta di pavimentazioni, la si utilizza per conferire proprietà antisdrucciolo al materiale; a tal scopo trova vasta applicazione per i gradini delle scale e per la realizzazione di manufatti esterni, come pavimentazioni e cordoli, proprio perché riduce notevolmente la scivolosità delle superfici di calpestio rendendole molto più sicure.

Da un punto di vista prettamente estetico la bocciardatura è in grado di esaltare la tessitura del materiale lapideo, donandogli un aspetto rustico, scolpito e in rilievo e per quanto concerne le qualità cromatiche della pietra si tratta di un tipo di trattamento superficiale che tende ad annullare le difformità e le variazioni, con pregevoli valenze chiaroscurali. Proprio per questo aspetto caratteristico che conferisce alle pietre, la bocciardatura rende le superfici maggiormente durevoli in quanto non sono più rilevabili, o comunque risultano molto poco visibili, sfogliature o piccoli distacchi di materiale causati dal tempo.

La percussione del materiale lapideo attraverso cui viene realizzata la bocciardatura sottopone il materiale ad uno stress notevole e dunque richiede determinati spessori per sopportare le sollecitazioni superficiali, maggiori rispetto ad altri tipi di trattamenti quali ad esempio la lucidatura o la levigatura. Si tratta di un tipo di lavorazione eseguibile su molti tipi di roccia, ma non su tutti: ad esempio è assolutamente sconsigliata per i graniti, poiché non solo ha una bassissima resa estetica, ma causa anche lo sfaldamento dei cristalli, per cui per queste pietre è preferibile la fiammatura.

Immagini tratte da www.kamenkras.si

Sara Raggi

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